Immaginate un influsso partito dalla Chapel Hill degli anni '90 e disseminatosi in un territorio con l'Etna dietro le spalle. 
E immaginate che sia l'Autostrada del Sole a fare le veci di una Highway29, o a collegare Seattle a WashingtonDC, e poi Louisville al delta del Mississipi e poi ancora al delta del Po, e ancora chilometri a dividere per poi ricongiungere vite, amicizie. parentele e ancora suoni e storie.
Queste le coordinate che individuano il progetto LEMUR attivo ormai dal 2002. In quel periodo, nella quasi totale assenza di un chiaro obiettivo, di strumenti, di tecnica e di una qualsivoglia serietà o ambizione professionistica, prendono forma idee musicali mai realizzatesi in altri progetti precedenti dei nostri. Dopo un periodo di prove confuse e ascolti disordinati, dopo sanguinarie litigate e infinite fasi di transizione ancora in atto, crisi mistiche, crisi del petrolio, matrimoni mancati, lavori persi e motorini rubati, arrivano pian pianino quei concerti che diventeranno una centellinata ma costante presenza in svariate manifestazioni della east-coast siciliana. Non ultima intorno a quel muzikfest, diventato ormai un evento di culto per i timpani più impavidi ma al tempo stesso anche più raffinati e lungimiranti verso il sottobosco siciliano; i membri del gruppo ne sono da sempre menti e braccia fondamentali dell'organizzazione. 
Si potrebbe dire che vicende personali e catastrofi naturali di immani proporzioni fanno si che non esista al momento un album di canzoni ben registrate, anche se le creazioni si moltiplicano e i potenziali hit che nascono di tanto in tanto lasciano sempre ben sperare per il futuro. Ma al presente diciamo solo che, di certo, ciò che si è consolidato è l'attitudine ad andare avanti in salute ed in malattia, senza impegni contrattuali, senza svendite, senza frustazioni pseudoartistiche ma con tanto divertimento e soddisfazione, lontani da regole stilistiche, mode di massa, nicchie alternative, leggi di mercato ed effimeri riflettori. Tante energie sono state spese per sopravvivere lontani per geografia dai centri del fermento musicale, inventandosi spunti e piccoli eventi che facessero incontrare tra di loro mondi diversi e genti lontane. E queste energie sono state restituite vigorosamente dalla musica e dal calore della gente vicina per passione e per la voglia di realizzare belle cose, nel massimo rispetto di compagni di viaggio come musicisti, organizzatori, sostenitori, operai dello spettacolo e preparatori di panini. 
Durasse per sempre così… si potrà continuare a considerarlo un gran bel privilegio. Come sarà sempre un privilegio credere che si possa vivere la musica così.